Cento anni, ma non li dimostra

piazza“Noi metteremo sempre la scuola avanti tutto. È nella scuola, nella educazione popolare che fondiamo le nostre speranze. Il miglioramento della scuola noi lo vediamo non tanto nei programmi, nelle leggi e nei decreti quanto nell’avere buoni insegnanti. Nei buoni insegnanti sta tutta la questione della neutralità e della laicità dell’insegnamento. E i buoni insegnanti li avremo soltanto quando sarà rialzata la professione del maestro nella considerazione pubblica, quando saranno corrisposti stipendi decorosi ed adeguati”

È una citazione di Guglielmo Canevascini, pubblicata su Libera Stampa il 13 giugno 1913 che, a un secolo di distanza, è ancora di piena attualità.
Gli enti pubblici (Cantone e Comuni) hanno il dovere di contribuire agli investimenti nella formazione di ogni livello, ma prioritariamente nella scuola dell’obbligo che è stata un po’ trascurata nel recente passato a favore degli istituti universitari. Vanno in questo senso le nuove proposte volte alla diminuzione degli allievi per classe, alla creazione di istituti scolastici comunali dotati di direzione e a un maggior riconoscimento della professionalità degli insegnanti. Anche il nostro nuovo Comune dovrà trovarsi pronto a contribuire a queste e ad altre importanti riforme.

Francesco Cavalli

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